Don Minutella: 2000 E PIU’ FEDELI A ROMA IN UNIONE CON BENEDETTO XVI. CENSURA O CONDANNA? / MÁS DE 2000 FIELES EN ROMA EN UNIÓN CON BENEDICTO XVI. ¿CENSURA O CONDENACIÓN?

(ESPAÑOL E ITALIANO)
Don Minutella
(Radio Domina Nostra)
Anoche, 3 de diciembre, di una entrevista al canal español “Adoración y Liberación”, de Vicente Montesinos, quien comparte plenamente nuestra batalla en defensa de la verdadera Iglesia de Cristo y el verdadero Papa, Benedicto XVI.
El canal es un precioso puente de conexión con todo el mundo hispanoamericano, gracias al vehículo del lenguaje, e incluso en el gran continente hay un considerable crecimiento de católicos que permanecen ligados al verdadero Papa.
Fue una linda charla con Vicente, y los temas discutidos son los ya conocidos en Italia, sobre todo la invitación a no ir a las misas celebradas en unión con el falso hereje y apóstata Papa, además de idolatra, porque – como la Iglesia enseña, que no Don Minutella – es un pecado mortal. Basarse en la emoción mística (Jesús sigue ahí) es bastante arriesgado para la salvación de la propia alma. El canal español comparte totalmente esta dirección.
Mientras tanto, queda exactamente una semana para la Reunión del Pequeño Resto Católico en Roma el 11 de diciembre. Ya somos dos mil personas, ocho y tal vez más sacerdotes y fieles de toda Italia. Con coches, trenes, aviones y barcos, vendrán de todas las regiones italianas para participar en este momento de celebración y oración. Rezaremos y nos reuniremos escuchando los saludos y los intercambios de deseos en las diversas flexiones dialectales italianas. Es impactante que sean fieles incluso desde el extranjero. De Suiza, de Alemania, pasando por Austria, de Canadá, Australia, y así sucesivamente.
Después de la temporada de restricciones Covid, y bajo las fiestas de Navidad, con la galopante crisis económica y la situación general tan precaria, más 2000 personas se reunirán en Roma para expresar su comunión con el Papa Benedicto XVI, y esto debería verse en las noticias.
¿Qué harán los medios de comunicación ante tan significativa reunión? ¿Se quedarán callados? ¿O volverán a insultar, difamar, arrojar sospechas, hacernos parecer fanáticos, como sucedió durante los primeros encuentros?
Es una pregunta tan legítima como decisiva, porque se trata del valor de la información. Es obvio que ya no vale el desprestigio a toda costa hacia nosotros. Para los denunciantes, resultaría ser un boomerang, una clara postura forzada, una terrible estrategia del régimen, capaz de revelar las tramas mentirosas de un sistema de información que sirve al poder y no al servicio de la verdad de los hechos. Cada vez es más evidente la vergüenza para ellos, de que nuestros detractores, colocados ante hechos obvios, respondan con ira vehemente, a menudo con absoluta malicia, insultos e insultos, insinuaciones y sospechas.
Y esto es porque no tienen argumentos para oponerse, como demostró la respuesta de De Mattei a Cionci recientemente, en la que no hay una sola sílaba de discusión seria acerca de los hechos.
Lo que converge en Roma es un pueblo heterogéneo como Italia. Hay personas sencillas, muy sencillas, y hay profesionales de alto nivel de todas las competencias; hay familias numerosas y ruidosas, y hay grupos de oración; niños y ancianos, y sobre todo jóvenes, muchos, que huelen la verdad, la belleza, lo noble, y ellos llenan las reuniones cada vez más. En poco tiempo, el gran salón romano se llenará de gente de todos lados, acompañada de una testaruda conciencia: el papa reinante es Benedicto XVI.
Es incompetente etiquetar a esta gente como los seguidores de un gurú, o considerarlos a todos fanáticos y plagiarios. Tal vez entonces decidan evitar el evento. Pero seguirá siendo una revelación del prejuicio de las salas de prensa, incapaces de aprovechar una extraordinaria oportunidad para mostrar que la verdad es diferente de la narrativa oficial.
En todo caso, censurados, ignorados u ofendidos, estaremos en Roma, gritando que el Papa es Benedicto XVI, y que nosotros somos su pueblo, el de los católicos que no se doblegaron ante la Pachamama, que rechazan la herejía desenfrenada, que no se inclinan hacia la Iglesia masónico- satanista, encabezada por Bergoglio quien siempre lo recuerdo, es usurpador del trono de Petrino conforme a las leyes de la Iglesia, siendo Benedicto XVI titular del Munus Petrino, y Bergoglio siendo elegido en un cónclave inválido.
En todo caso trataran de detener a don Minutella y al pueblo católico del Piccolo Resto, pero cuando la obra viene de Dios, nadie ni nada puede detenerla. Y por lo tanto, ¡Avanti con Maria!
Ieri sera, 3 dicembre, ho rilasciato un’intervista al canale spagnolo “Adoraciòn y liberaciòn”, di Vicente Montesinos, che condivide in pieno la nostra battaglia in difesa della vera Chiesa di Cristo e del vero papa, Benedetto XVI. Il canale è un prezioso ponte di collegamento con tutto il mondo latinoamericano, grazie al veicolo della lingua, e proprio nel grande continente c’è una crescita notevole di cattolici che rimangono legati al vero papa. È stata una bella chiacchierata con Vicente, e i temi trattati sono quelli già noti in Italia, soprattutto l’invito a non andare alle messe celebrate in unione col falso papa eretico e apostata, oltreché idolatra, perché – come insegna la Chiesa e non don Minutella – è peccato mortale. Gettarla sull’emozione mistica (lì c’è ancora Gesù) è del tutto rischioso per la salvezza della propria anima. Il canale spagnolo condivide in pieno questa direzione.
Intanto, manca una settimana esatta al Raduno del Piccolo Resto Cattolico a Roma il prossimo 11 dicembre. Siamo già duemila persone, otto e forse più sacerdoti e fedeli da ogni parte d’Italia. Con i pullman, le auto, i treni, gli aerei e le navi, verranno da ogni regione italiana per prendere parte a questo momento di festa e di preghiera. Si pregherà e ci si incontrerà sentendo i saluti e gli scambi di auguri nelle variopinte flessioni dialettali italiane. Colpisce che arrivino fedeli anche dall’estero. Un pullman verrà dalla Svizzera, uno dalla Germania, passando per l’Austria, e poi singoli fedeli dal Canada, dall’Australia, e così via.
Dopo la stagione delle restrizioni da Covid, e sotto le feste natalizie, con la crisi economica galoppante e la situazione generale così precaria, duemila e più persone che si riuniranno a Roma per esprimere la comunione con papa Benedetto XVI, dovrebbe fare notizia. I media, di fronte a un simile raduno così significativo, che faranno? Taceranno? Oppure torneranno a insultare, a calunniare, a gettare sospetto, facendoci passare per fanatici, come avvenuto per i primissimi raduni?
È una domanda tanto legittima quanto decisiva, perché ne va del valore stesso dell’informazione. È evidente che non paga più il discredito a tutti i costi nei nostri confronti. Per i lorsignori si rivelerebbe un boomerang, una chiara presa di posizione forzata, una pessima strategia di regime, capace di svelare le trame mendaci di un sistema informativo asservito al potere e non al servizio della verità dei fatti. Si nota con sempre più evidente imbarazzo per loro, che i nostri detrattori, posti dinanzi all’evidenza dei fatti, replicano con veemente rabbia, spesso con saccente cattiveria, non mancano gli insulti e le offese, le insinuazioni e i sospetti. E questo perché non hanno argomenti da contrapporre, come mostra di recente la replica di De Mattei a Cionci, nella quale non c’è una sola sillaba di argomentazione seria a riguardo dei fatti, e invece c’è superbia intellettuale e sicumera tipica di quanti sono accecati.
Quello che converge a Roma è un popolo eterogeneo come lo è l’Italia. C’è gente semplice, molto semplice, e ci sono professionisti di alto livello e di ogni competenza; ci sono famiglie numerose e rumorose, e ci sono gruppi di preghiera; bambini e anziani, e soprattutto giovani, tanti, che fiutano il vero, il bello, il nobile, e riempiono sempre di più i raduni che si svolgono. In poco tempo, la grande sala romana sarà riempita di gente da ogni parte, accomunata da una caparbia consapevolezza: il papa regnante è Benedetto XVI, il quale, dopo dieci anni circa, non ha mai detto una sola volta chiaramente che il papa è Bergoglio.
È da incompetenti bollare questo popolo come quello dei seguaci di un guru, o ritenerli tutti complessivamente fanatici e plagiati. Forse allora si deciderà di bypassare l’evento. Ma sarà ugualmente uno svelamento del pregiudizio dei salotti informativi, incapaci di cogliere un’occasione straordinaria per mostrare che la verità è altra rispetto alla narrazione ufficiale.
In ogni caso, censurati o presi di mira, ignorati o offesi, noi saremo a Roma, a gridare che il papa è Benedetto XVI, e che noi siamo il suo popolo, quello dei cattolici che non si sono piegati a Pachamama, che respingono l’eresia dilagante, che voltano le spalle alla falsa chiesa massonico-satanista, capeggiata da Bergoglio che, mette conto sempre ricordarlo, è usurpatore del trono petrino a norma delle leggi della Chiesa, essendo Benedetto XVI detentore del munus petrino, ed essendo Bergoglio eletto in un conclave invalido.
In ogni modo hanno provato a fermare don Minutella e il popolo cattolico del Piccolo Resto, ma quando l’opera viene da Dio, nessuno e niente può arrestarla. E, dunque, avanti con Maria!